Incontinenza Urinaria

Si definisce Incontinenza qualsiasi “perdita involontaria di urina”, indipendentemente dalla quantità di urina che si perde.

In un soggetto sano il ciclo minzionale è caratterizzato da una fase di “riempimento” e una di “svuotamento”. Nella fase di riempimento la vescica si riempie gradualmente svolgendo il suo ruolo di serbatoio con una capacità che, nell’adulto, è di circa 300ml. L’elasticità delle pareti della vescica le permettono di adattarsi all’aumento di liquido contenuto, senza che lo stimolo sia costantemente presente (almeno fino ad un certo punto di riempimento!).

Contemporaneamente si verifica una contrazione dello Sfintere Interno, per contrastare l’aumento della pressione proveniente dalla vescica stessa e mantenere quindi la continenza.

Nella fase di svuotamento invece si verificano: il rilassamento dello Sfintere, il rilassamento dei muscoli del Pavimento Pelvico e la contrazione coordinata del muscolo Detrusore. La combinazione di questi elementi permette lo svuotamento vescicale, cioè l’eliminazione dell’urina, in modo volontario.

In caso di incontinenza i problemi possono verificarsi a diversi livelli: direttamente alla vescica, al muscolo Detrusore o alla muscolatura del Pavimento Pelvico. Ovviamente il primo passo è capire a quale livello sia il problema per poter intervenire  con il trattamento più adeguato. Ci sono problematiche che prevedono una cura farmacologica, che può essere associata o meno alla Riabilitazione; altre per cui si può intervenire con la Riabilitazione e altre ancora in cui è necessario un Intervento Chirurgico. Se vuoi avere una prima consulenza gratuita per saperne di più o una prima valutazione Fisioterapica contattaci.

Come si manifesta l'incontinenza: le sue 3 forme principali

1. Incontinenza Urinaria da Stress (IUS)

Perdita involontaria di urina, durante gli sforzi fisici. All’interno di questo tipo si possono distinguere delle forme più lievi e delle forme più severe. Generalmente nel caso di una Incontinenza Urinaria da Stress di grado lieve, si verifica la perdita involontaria di urina in caso di sforzi che comportano un notevole aumento della pressione intra-addominale: starnuti, tosse, soffiarsi il naso… In un grado medio di Incontinenza, le perdite di urina possono verificarsi anche per sforzi minori, come ad esempio fare le scale. Nei casi più severi anche camminare può rappresentare un lavoro sufficiente a creare il problema.

2. Incontinenza Urinaria da Urgenza (IUU)

Perdita involontaria di urina accompagnata da uno stimolo impellente ed impossibile da rinviare. In questi casi le persone possono riconoscere delle situazioni “scatenanti”. Cioè delle situazioni ricorrenti, durante le quali si verifica con maggior probabilità il problema (es. “appena infilo le chiavi nella porta di casa, avverto lo stimolo, ma non sempre arrivo in tempo al bagno”). L’Incontinenza da Urgenza può anche essere conseguenza di ripetute cistiti, o può essere sintomo di un’altra patologia.

3. Incontinenza Urinaria Mista (IUM)

Questo tipo di incontinenza presenta caratteristiche di entrambe le altre due forme. E’ una perdita involontaria di urina associata a stimolo urgente e non rinviabile e anche a sforzi fisici (tossire, starnutire…)

Incontinenza Urinaria: cosa accade dentro di noi

Le Disfunzioni del Pavimento Pelvico che comportano problemi urinari (Incontinenza da stress, da urgenza o mista, frequenza urinaria…) determinano una limitazione alla vita sociale e una diminuzione della qualità di vita del soggetto. L’incontinenza influenza in modo negativo tutti gli ambiti della vita della donna, e per questo la sua autostima nel tempo ne risente.

Evitare luoghi in cui non ci siano bagni facilmente accessibili, o situazioni in cui si possano verificare “incidenti di percorso” (la palestra, le passeggiate, le uscite con le amiche), crea nella donna un vissuto di solitudine e tristezza per la propria condizione. Alcune tendono a sottovalutare il proprio stato, pensando che passerà con il tempo; altre donne cercano di convincersi che non ne verranno mai a capo. Questa modalità di rimandare il problema, è spesso legata alla vergogna di raccontare la propria situazione e il proprio disagio e, a volte, anche la difficoltà nel capire quale sia la persona giusta a cui rivolgersi. Questa attesa purtroppo ha un risvolto negativo: non affrontare il problema fin da subito può aggravare la condizione fisica, con un peggioramento dello stato psicologico.

Affrontare il problema significa rendersi consapevole del proprio corpo e della possibilità di stare meglio e questo è indipendente dal grado d’incontinenza.

La Riabilitazione del Pavimento Pelvico in caso di Incontinenza Urinaria

Il Trattamento Riabilitativo per il problema dell’Incontinenza Urinaria è indicato quando è conseguente ad una disfunzione della muscolatura. Non è indicato invece in caso di danni neurologici, lesioni centrali o altri disturbi che comportano un danno cognitivo (trauma cranico, demenza…). E’ ancora possibile lavorare su una lesione neurologica parziale (come per esempio nella Sclerosi Multipla in fase iniziale).

I problemi relativi al Pavimento Pelvico possono essere ricondotti essenzialmente a tre comportamenti diversi:

  • Pavimento Pelvico con Muscoli ipotonici: Incontinenza Urinaria, Vescica Iperattiva, incontinenza fecale, prolasso.
  • Pavimento Pelvico con Muscoli iperattivi: disturbi dello svuotamento vescicale (per aumento delle resistenze uretrali o da inibizione del Detrusore), stipsi da ostacolo all’uscita, vaginismo, sindromi dolorose (più raramente Incontinenza Urinaria e Vescica Iperattiva).
  • Pavimento Pelvico con disturbi della coordinazione dell’attività muscolare: stipsi da dissinergia del pubo-rettale, vaginismo.

Ciò di cui si occupa la Fisioterapia è il recupero e il miglioramento del tono, dell’attività e della coordinazione motoria dei muscoli del Pavimento Pelvico.

Il programma Riabilitativo è mirato inizialmente al riconoscimento della muscolatura e all’apprendimento del movimento corretto del Pavimento Pelvico. Quindi si cerca di ottenere un aumento della forza muscolare e anche dell’endurance (cioè la capacità di mantenere una contrazione non massimale, ma per un tempo più lungo).

L’ultimo momento del Programma Riabilitativo è rappresentato dall’automatizzazione del movimento appreso. In questa fase il paziente deve riportare gli esercizi appresi durante le attività di vita quotidiane o in alcune particolari circostanze suggerite dal terapista. Questo passaggio diventerà sempre più semplice e “automatico” e non richiederà più attenzione attiva. Proprio come quando si impara a guidare la macchina… tutti i comandi che inizialmente sembrano impossibili, pian piano diventeranno automatici e si potrà attuarli anche pensando ad altro.