Stipsi

La stipsi non è una malattia, ma un sintomo e, in quanto tale, può essere la conseguenza di diverse patologie. In generale è un problema sovrastimato, in quanto tendiamo a dare una nostra interpretazione del problema stesso, auto-definendoci “stitiche”. Il primo punto quindi è individuare l’effettiva presenza di un problema; fare cioè una differenza tra una situazione patologica reale e una condizione semplicemente avvertita da noi come “problematica”.

La stipsi può essere primaria (come nella sindrome del’intestino irritabile, o dissinergia del pubo-rettale), o secondaria a patologie (coliche, prolassi, emorroidi, uso di alcuni farmaci…). La stipsi può essere inoltre correlata ad alcuni fattori di rischio che sono modificabili: alimentazione (ridotto apporto di fibre), idratazione, sedentarietà e l’abitudine a posticipare la defecazione anche quando si avverte uno stimolo adeguato. Se le feci non escono, rimangono all’interno dell’ampolla rettale, dove si disidratano e diventano più difficili da espellere; in questo modo si tenterà di evacuare in un momento considerato più opportuno, ma senza stimolo e spesso con uno sforzo eccessivo.

La stipsi da alterazione motoria dei tratti distali (sigma, retto, sfintere anale) è legate a disfunzioni del Pavimento Pelvico come: alterata coordinazione motoria della muscolatura del Pavimento Pelvico, sindrome del perineo discendente (in cui si verifica un abbassamento del Pavimento Pelvico tale da comprimere il canale anale e quindi diventare un ostacolo all’espulsione delle feci), ridotta sensibilità rettale (con mancata coordinazione dei riflessi ano-rettali e ipertono dello sfintere anale interno).

Per poter parlare di Stipsi è necessario che almeno due delle seguenti condizioni siano presenti da almeno un anno:

  • meno di due evacuazioni a settimana;
  • frequente sforzo nell’evacuazione;
  • le feci si presentano spesso dure o a “palline”;
  • al termine dell’evacuazione rimane una sensazione di svuotamento incompleto.

La riabilitazione del perineo in caso di Stipsi

In caso di dissinergia del Pavimento Pelvico si può verificare un’alterata coordinazione dell’attività muscolare, una contrazione paradossa dell muscolatura (lo sfintere si contrae invece di rilassarsi al momento dell’espulsione), o ancora un mancato rilasciamento della muscolatura del Pavimento Pelvico durante la fase espulsiva (per un aumentato tono muscolare).

Ovviamente gli esercizi che il Fisioterapista suggerisce al paziente, saranno diversi secondo l’origine del problema. Verranno quindi insegnati esercizi per migliorare la coordinazione motoria, o per correggere lo schema motorio di una contrazione paradossa dello sfintere anale, o ancora verranno insegnati esercizi per migliorare il rilassamento della muscolatura del Pavimento Pelvico. In queste problematiche di dissinergia, risulta particolarmente utile l’utilizzo del Biofeedback, al fine di comprendere l’errore e modificare l’attivazioe muscolare, instaurando una corretta coordinazione.

Anche una postura corretta è importante nel momento dell’evacuazione. Infatti il mantenimento della zona lombare in una posizione di cifosi, può permettere uno svuotamento rettale più corretto e completo.